Ecomuseo Alta Garfagnana

Ecomuseo Alta Garfagnana

Ecomuseo

Ecomuseo è un patto con il quale una comunità assume il compito di recuperare, salvaguardare, trasferire al futuro la propria identità culturale e territoriale. Questa definizione, che è quella più comune, dice tutto ciò che è l’Ecomuseo dell’Alta Garfagnana. È uno strumento formato da itinerari culturali che illustrano l’identità di questa terra: itinerari dei Liguri Apuani, del Medioevo, dei Castelli, della cultura contadina lungo i quali sono collocati questi musei e parchi archeologici:

– Museo dell’Identità dell’Alta Garfagnana “Olimpio Cammelli” (Gorfigliano, Chiesa Vecchia)
– Parco Archeologico dell’Ospitale di San Nicolao di Tea (Monte Argegna);
– Torre di Pugliano
– Castello e Villaggio fantasma di Bergiola
– Santuario delle Statue Stele (Eremo di Minucciano o Eremo della Beata Vergine del Soccorso)

L’ecomuseo si trova nel comune di Minucciano la cui storia pare abbia origine dalle antiche popolazioni liguri-apuane, di cui sono stati rinvenuti reperti archeologici.

Fra questi le statue stele: menhir risalenti all’età del bronzo, di cui si possono ammirare le copie in un parco archeologico nei pressi dell’Eremo della Madonna del Soccorso posto nei pressi del capoluogo. Ci sono da segnalare due siti archeologici in fase di studio, uno situato nel colle dove sorge la Chiesa Vecchia di Gorfigliano ed uno riferito all’Ospedale intitolato a San Nicolao risalente intorno alla metà dell’undicesimo secolo, situato alle spalle del Monte Argegna, in località Tea sul tracciato della antica via medioevale che staccandosi dalla Via Francigena propriamente detta – quella che dal passo della Cisa arrivava a Luni lungo il corso del Magra. – raggiungeva Lucca attraverso il tracciato interno della valle del fiume Serchio. Il territorio fu abitato dai Romani e dai Longobardi.

Per secoli conteso da potenze vicine, durante l’occupazione franca, fu feudo dei Malaspina, finché divenne comune autonomo ed ottenne il privilegio di avere una moneta propria: il “Barbone Minuccianese”, corrispondente a 1/3 dello scudo lucchese. Dopo il breve ritorno dei Malaspina che governarono per soli quattro anni, con Castruccio Castracani tornò sotto la Repubblica di Lucca. Verso la metà del 1300 il territorio fu ceduto ai Fiorentini, sotto il cui dominio rimase fino al 1369.

Quindi, dopo vicende alterne, tornò definitivamente a Lucca, che fece di Minucciano una Vicaria a se stante, mentre le frazioni di Gorfigliano, Gramolazzo, Agliano e Castagnola furono unite a quella di Castiglione. Quando nel 1818 questa fu soppressa, tutte le località che vi facevano parte furono annesse a Minucciano, formando un’unica unità amministrativa tuttora esistente. Uno spartiacque collinoso divide il territorio del Comune in due parti: la zona della Garfagnana ed il versante della Lunigiana, su cui sono distribuite le numerose frazioni del Comune, al centro del quale, arroccato sopra uno sperone roccioso, il capoluogo di Minucciano, antico castello medievale. A Gorfigliano, esiste un bellissimo complesso con chiesa e torre campanaria con attorno il borgo fortificato. Il paese è stato distrutto con il terremoto del 1920; recentemente la chiesa e il campanile sono stati restaurati da volontari. In Minucciano esiste il Santuario della Beata Vergine del Soccorso eretto nel 1500.

La torre di Minucciano era la principale del Castello: venne parzialmente distrutta con il terremoto del 1837, ma in seguito venne ricostruita. L’altro terremoto del 1920 dal quale si è risollevato con tenacia grazie ad una solida economia e al carattere forte del suo popolo, avvenne il 7 settembre alle ore 8 circa. Fu molto violento ed i danni ingenti con 16 morti.

Il comune di Minucciano, per la sua posizione di sella del sistema territoriale a cavallo fra Appennini ed Alpi Apuane e fra i bacini idrografici del Serchio e dell’Aulella, ha costituito per secoli il punto di collegamento fra due sistemi territoriali storicamente ben strutturati e molto diversi fra di loro.

Il primo costituito dalla via del passo della Cisa da Parma per Pontremoli, Luni fino a Lucca, tradizionalmente detta “Via Francigena” lungo la valle del fiume Magra e il secondo dal ramo di viabilità che collegava Reggio Emilia, Modena – e i possedimenti emiliani della Contessa Matilde – a Lucca superando i passi appenninici (Carpinelli, Pradarena, Buita, San Pellegrino in Alpe).

Il tratto di strada da Aulla a Piazza al Serchio, denominata Via del Volto Santo, di raccordo tra questi due importanti sistemi medioevali di comunicazione attraversa da Nord a Sud il territorio comunale; lungo di esso troviamo significative testimonianze di queste vicende storiche, soprattutto nell’ambito dell’architettura religiosa e militare che oltre a rappresentare elementi di identità delle comunità rurali del territorio, costituiscono rilevanti episodi di valore storico architettonico oggetto di studi da parte dei ricercatori e meta di turisti.


Il territorio comunale diviso fra la porzione appenninica e quella apuana oltre che per il paesaggio, si diversifica anche nell’insediamento, nei due versanti apuano e appenninico.